E' un piacere assistere alla presentazione del primo
libro di un tuo concittadino... o meglio un tuo paesano che entra di diritto
nella schiera dagli "artisti Bujesi". Grazie Luca per averci donato uno spicchio
di saggia riflessione.
Luca Dal Bello
Il suo primo libro....
All'ombra della vita
Prefazione
35 racconti in meno di 90 pagine: sono appena dei flash, frammenti di
immaginario reale, o di realtà immaginata, queste micro storie di Luca Dal
Bello, scrittore per passione, che dichiara di immedesimarsi, mentre scrive,
nelle vicende dei suoi personaggi, ma che poi vive positivamente una
quotidianità tutta "normale", fatta di affetti familiari, di amicizie, di lavoro
e di una generosa passione per il "teatri di paìs".
Ma che cosa si può raccontare in una storia di poche decine di righe?
La bravura di Luca, quasi una consumata abilità professionale, sta proprio in
questo: nel saper tenere incollata alla trama di ogni vicenda e della serie
complessiva di narrazioni l'attenzione di chi legge, incanalandola in racconti
esili, permanentemente affacciati alla soglia di quel "muro d'ombra" di
ungarettiana memoria che segna il confine tra le dimensioni esistenziali dell'al
di qua e dell'aldilà della vita.
L'ombra, antica metafora di ogni paura, sofferenza e fallimento umano, diventa
atmosfera dominante della maggior parte dei racconti con le tinte amare della
disperazione, dell'incapacità di cogliere e soprattutto di scegliere i
significati buoni che l'esistenza è in grado di
proporre anche quando è provata da ciò che nega la bellezza e la serenità cui
aspiriamo. Soprattutto scegliere: perché la sfida finale, fino all'ultimo
respiro ed anche un attimo oltre, è sempre un bivio di fronte al quale possiamo
essere uomini e donne capaci di perdono, di solidarietà, di rispetto, di amore,
oppure figure tenebrose che ritornano al nulla senza avere colto il significato
grandioso e universale dei giorni che a ciascuno sono stati assegnati sulla
terra.
Qualche volta la scelta si giova della benignità di altre entità che hanno
capito, ancorché troppo tardi, ma non tanto da non poter offrire ad altri la
propria esperienza, che c'è sempre una luce cui guardare dentro di sé prima di
decidere di buttare via il meglio di ciò che abbiamo, e cioè l'esistenza stessa
in questo o in un altro mondo.
E il caso, ad esempio, di uno dei più toccanti tra i racconti proposti: "Lo
spirito della croce", nel quale poche pennellate dipingono il quadro familiare
del Parco della Memoria di Monte facendolo diventare scenario di un gesto
d'amore tra un personaggio già passato attraverso la scelta sbagliata del
suicidio ed un altro che riscopre, grazie a lui, lo splendore della vita.
Non è una lettura leggera, quella proposta da questi racconti: non sempre
l'esito conclusivo è improntato all'ottimismo. E tuttavia, pur nella semplicità
letteraria di cui si rivestono queste storie, il messaggio è importante e può
diventare basilare nella riflessione sui grandi interrogativi esistenziali: a
cosa siamo destinati? Che peso hanno le nostre piccole azioni quotidiane nella
costruzione dell'ultima felicità o infelicità verso la quale siamo diretti?
Non c'è segno esplicito (ma indirettamente, tra le righe, si rivela
inevitabile!) della grande domanda di ogni tempo: c'è Qualcuno che muove,
interviene, sollecita, aspetta i sì e i no che ci portano all'ultimo passaggio?
C'è Qualcuno che ha a cuore proprio me e il senso delle mie giornate?
Ecco, forse "l'ombra della vita" è proprio questa: il non riuscire a coltivare
la certezza di potersi affidare a Colui che tutto disegna indirizzandolo verso
un progetto di luce.
La Croce, quella con la C maiuscola e non solo quella di un monumento luminoso
in cima al colle del paese, è per molti la risposta a quella domanda.
"Io sono la resurrezione e la vita!"; "Venite a me, voi che siete affaticati e
stanchi". Chi per misterioso dono o per ostinata buona volontà di ricerca riesce
ad intravedere lo splendore di queste parole, ce la fa a trasformare la vita in
luce anche quando tutto sembra
portare verso la notte.
Anche un piccolo libro con una manciata di racconti ci provoca a pensarci sopra!
Mirella Gabriella Comino
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