I Magredi I Magredi sono un'area in provincia di Pordenone, situata nel punto dell'alta pianura dove le acque dei torrenti Cellina e Meduna sprofondano nella falda acquifera. In tale luogo vi sono grandi varietà di flora e fauna. “Magredo” significa “terra magra”, cioè arida e povera d’acqua per la presenza dei sassi, anche se il regime delle precipitazioni rende il Friuli-Venezia Giulia la regione più piovosa d’Italia. In estate i prati aridi dei magredi appaiono brulli e bruciati dal Sole definendo un paesaggio simile ad alcune lande desolate del meridione o alle steppe continentali dell’Europa orientale. I depositi ghiaiosi del Cellina e Meduna danno origine a una serie di coni detritici che dalla base delle montagne si allargano verso la pianura. La principale fra queste strutture alluvionali è dominata dalla conoide che prende il nome dai medesimi fiumi citati in precedenza e che, con la sua ampia architettura, da Montereale Valcellina a Maniago si protende a ventaglio fino a Cordenons e Pordenone. Nelle fotografie scattate dai satelliti, essa appare come un’enorme macchia bianca al centro del territorio provinciale.
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I
magredi del Cellina-Meduna si trovano nella
parte occidentale dell’alta Pianura Friulana e si sviluppano su un”drappo”
di terreni ghiaiosi che fascia i piedi dei monti fino al confine con la
linea delle Risorgive. Le ghiaie derivano dallo smantellamento millenario dei retrostanti rilievi svolto dai torrenti. Questi ultimi trasportano lontano i frammenti di roccia che strappano alla montagna trasformandoli lentamente in sassi tondi e lisci. Quando poi giungono in pianura, essi, a causa della diminuita pendenza, perdono gran parte della propria energia divenendo più pigri e liberi di divagare. Ecco che i corsi d’acqua, allo sbocco delle profonde valli alpine, abbandonano gran parte dei materiali più pesanti e grossolani sparpagliandoli a ventaglio come fa la mano libera dell’agricoltore quando semina a spaglio. Nel primo tratto di questi depositi, le acque vengono completamente riassorbite dalle ghiaie, dando origine a un tipico paesaggio arido, privo di idrografia superficiale. Sono certamente i sassi (claps in friulano) l’elemento più caratteristico dei magredi da cui deriva l’eccezionale singolarità di questo ambiente, il suo particolare microclima e di conseguenza il paesaggio vegetale e le componenti della sua fauna. Sono i sassi che, essendo permeabili, fanno scomparire l’acqua che poi riemerge nella zona delle risorgive. Oltre che dai sassi l’ambiente dei magredi è caratterizzato da vaste praterie composte per lo più da graminacee e piccoli arbusti come il rovo (robus), dal ranno spinello (rhamnus saxatilis) e la rosa canina. Questo aspetto steppico è causato, oltre che dal terreno sassoso, dalla rovinosa azione esercitata nei confronti della vegetazione e del suolo dalle periodiche alluvioni che in epoche storiche erano ancor maggiori. In aggiunta a questo si deve la causa dell’aspetto steppico anche all’azione di disboscamento e di pascolo dell’uomo. Il Greto Globularia cordifolia A partire dal margine dei greti si incontra una prima fascia dove non è riconoscibile una vera e propria vegetazione strutturata. Camminando fra le ghiaie si possono osservare le prime piante “pioniere” e le meno esigenti. Esse penetrano con le radici fra i sassi e le sabbie e, avendo elaborato una serie di adattamenti utili a conservare la poca umidità, avviano la lenta colonizzazione di ambienti tanto ostili. Alle prime fasi di questo difficile processo partecipano innanzitutto i licheni e i muschi, cui fa seguito la presenza di radi arbusti e di erbe che crescono in semplici steli e cuscinetti isolati. La presenza di muschi su suoli così permeabili non deve stupire: per la loro sopravvivenza è infatti sufficiente che venga garantita la presenza di un po’ di acqua superficiale, almeno in primavera e in autunno. Tipiche piante del Greto sono: Muschi e licheni
Erica carnea
Ghiandaia marina (coracias garrulus)
Comune è la presenza della volpe (Vulpes vulpes), occasionale e molto interessante quella del tasso (Meles taxus) e del capriolo (capreolus capreolus). Occorre infine sottolineare che questi luoghi costituiscono il biotopo più caratteristico per la lepre (Lepus europaeus).
Fra gli uccelli che nei magredi nidificano a terra, i più singolari sono certamente gli occhioni. Sia le uova sia il loro piumaggio si mimetizzano
perfettamente fra l’erba. Nel tempo si sono adattati alla presenza dei
carri armati e la loro presenza risultava stabile fino a pochi anni fa, ma
ora il pericolo viene dagli amatori del fuoristrada e dalle loro gare
agonistiche (organizzate persino all’interno del S.I.C.) come l'"Italian
Baja", prestigiosa manifestazione sportiva dalla notevole rilevanza
internazionale, il cui numero di appassionati cresce ogni anno. Questi si
muovono liberamente a causa della mancanza di norme e vigilanza nei
confronti dell’area. Un’altra causa è il passaggio delle greggi durante il
periodo riproduttivo. Il risultato di tutto ciò è che, nelle ultime
stagioni, gli occhioni sono stati spesso costretti a ripararsi fra i
seminativi delle aree limitrofe. La vicenda degli occhioni mette bene in
evidenza l’insieme delle contraddizioni presenti in un’area riconosciuta
importante a livello europeo, ma priva di un reale sistema di norme in
grado di governare, nell’interesse di tutti, le principali attività e i
movimenti all’interno di queste superfici così preziose per il loro valore
ambientale. |