Cividale del Friuli

Cividale del Friuli (Cividât in friulano, Zividât in friulano centro-orientale, Čedad in sloveno è un comune italiano di 11.632 abitanti della provincia di Udine in Friuli-Venezia Giulia.

 Fondata da Giulio Cesare con il nome di Forum Iulii, da cui poi ha preso il nome tutta la regione, divenne la capitale longobarda del Friuli.

Cividale del Friuli sorge ai piedi dei colli del Friuli orientale, sulle sponde del Natisone, a 17 km da Udine, sulla strada che collega la pianura friulana alla media e alta valle dell'Isonzo in territorio sloveno. Si estende su una superficie di 49,50 km², da un'altitudine minima di 97 metri, ad una massima di 508 metri.

Il comune confina a nord con Torreano, ad est con San Pietro al Natisone, ad ovest con Moimacco, a sud con Prepotto, Premariacco e Corno di Rosazzo.

 La presenza umana nella zona ove oggi sorge Cividale risale a epoche piuttosto antiche poiché, appena fuori della città, sono state trovate stazioni preistoriche del Paleolitico e del Neolitico, mentre abbondanti sono le testimonianze dell'Età del Ferro e delle presenze veneta e celtica sin dal IV secolo a.C. La strategica posizione di questo primitivo insediamento indusse i Romani a stabilirvisi, fondando forse alla metà del II secolo a.C. un castrum, di ovvia natura militare, il quale fu in seguito elevato da Giulio Cesare a forum (mercato), assumendo così il nome di "Forum Iulii" poi divenuto identificativo di tutta la regione. Successivamente la località fu elevata a municipium, venendo ascritta alla tribù romana Scaptia, assurgendo infine a capitale della Regio X Venetia et Histria allorché Attila rase al suolo Aquileia nel V secolo.

 Nel 568 giunsero dalla Pannonia i Longobardi, di origine scandinava, il cui re Alboino elesse subito la romana Forum Iulii a capitale del primo ducato longobardo in Italia e ponendovi duca il proprio nipote Gisulfo. Qui sorsero edifici imponenti e prestigiosi e nei dintorni si eressero luoghi fortificati assegnati alle fare, ossia le stirpi nobili di quel popolo germanico; nel 610 Forum Iulii venne saccheggiata e incendiata dagli Avari, chiamati dal re longobardo (con sede a Pavia) per punire la riottosità del duca friulano. Nel 737, durante il regno di Liutprando e per sfuggire alle incursioni bizantine, il patriarca di Aquileia Callisto decise di trasferire qui la propria sede, così come già fece il vescovo di Zuglio che venne scacciato. La città ebbe così aumentato il suo ruolo anche grazie a quest'importante presenza ecclesiastica; già pochi decenni più tardi, nel 769, qui si tenne il concilio che riconfermò l'indissolubilità del matrimonio.

 Nel 775 il ducato del Friuli fu invaso dai Carolingi e i nobili longobardi, col loro duca Rotgaudo in testa, per l'ultima volta impugnarono le armi per fronteggiare l'arrivo dei Franchi. Sconfitti gli antichi dominatori, i Carolingi istituirono la marca orientale del Friuli, ponendo come capitale Forum Iulii che cambiò così il nome in "Civitas Austriae". La città divenne sede di un'importante corte, soprattutto durante il marchesato di Eberardo che attirò uomini colti da tutta Europa. Dalle famiglie che ressero la marca, poi declassata a contea in epoca ottoniana, ebbero i natali importanti uomini politici tra cui l'imperatore Berengario. La ricomposizione dei poteri a livello centroeuropeo e norditaliano lasciò un importante spazio ai patriarchi, i quali nel 1077 divennero liberi feudatari del Sacro Romano Impero su un vasto territorio. Sorse così lo Stato patriarcale durato sino al 1419.

 

 Cividale rimase comunque il massimo centro politico e commerciale di tutto il Friuli, rivaleggiando dal XIII secolo con Udine, la quale era in forte ascesa favorita da una più congeniale posizione geografica. La città vide sorgere monasteri e conventi, palazzi e torri, qui posero residenza le più importanti casate parlamentari del Friuli e ne fiorirono di altrettanto dignitose. Nel 1353 l'imperatore Carlo IV, dopo una sanguinosa vendetta operata da suo fratello il patriarca Lodovico (scatenata anche contro i cividalesi per punire l'assassinio del predecessore Bertrando), concedette a Cividale l'apertura dell'Università. Le lotte intestine friulane, durante le quali Cividale era spesso alleata dei conti di Gorizia e dei nobili castellani contro Udine, trovarono via via una più serrata intensità sino a concludersi convulsamente nel 1419, quando Venezia si decise di invadere la regione. Cividale si diede alla Serenissima stipulando una solenne pace. Nei decenni successivi alcuni nobili progettarono di aprir le porte allo spodestato patriarca Lodovico di Teck, tornato nel 1431 alla testa di 4.000 ungari.

 Superato il pericolo dei turchi, i quali pure qui compirono razzie e violenze sino al 1499, a causa della guerra tra Venezia e la Lega di Cambrai, nel primo Cinquecento l'Impero tentò di occupare la città assediandola con le armate del duca di Brunswick nel 1509, ma dopo epica lotta i cividalesi riuscirono a far desistere l'esercito alemanno. Quest'ultimo, tuttavia, riuscì comunque a occupare Cividale due anni più tardi, ma solo per poche settimane, dovendo abbandonare la città anche a causa di un terremoto e di una pestilenza. Con la pace di Worms (1530) la città perdette il castello di Tolmino sull'Isonzo e le miniere di mercurio d'Idria e ciò ne decretò un'inesorabile decadenza economica oltre a una marginalizzazione geografica dalla quale non ebbe mai più modo di riprendersi. Più di una volta si tentò di riportare a Cividale la sede del patriarcato d'Aquileia ma invano, con l'eccezione di Nicolò Donà nel XV secolo.

 Nel 1553 ebbe istituito da Venezia un proprio provveditore ordinario, scelto dal Senato nel novero del patriziato veneto, e nel 1559 venne finalmente sancita l'autonomia del suo territorio dalla Patria del Friuli e quindi Udine. Tra il 1598 e il 1599 si sviluppò una drammatica epidemia di peste. Tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento, Cividale fu teatro di una lunga faida che coinvolgeva pressoché tutte le famiglie nobili locali creando non pochi grattacapi ai rettori veneti. Nello stesso periodo, alcuni cividalesi si distinsero con le armi durante la guerra di Gradisca (1615-1617), combattuta anche in questo territorio, così come in varie armate d'Europa. Malgrado il drastico ridimensionamento politico ed economico, qui ebbero i natali parecchi uomini di cultura, talvolta di rilevanza internazionale, nonché importanti uomini d'arme e di chiesa e non si cessò mai di abbellire i palazzi e le chiese, avvalendosi di celebri nomi quali il Palladio, Palma il Giovane, e così via.

 Nel 1797 con il trattato di Campoformido tra Napoleone e l'Austria Cividale passò all'Impero asburgico, al quale, dopo il breve periodo in cui fece parte del napoleonico Regno d'Italia, fu confermata dal Congresso di Vienna (1815). Fra il 1848 ed il 1866 vi fu la presenza di un vivace movimento risorgimentale; nel 1866, dopo la terza guerra di indipendenza, fu annessa al Regno d'Italia con il Veneto ed il Friuli. Durante la Prima guerra mondiale fu sede, per un breve periodo, del comando della II armata e rimase anche danneggiato da bombardamenti aerei. Fu occupata dagli austriaci in seguito alla disfatta di Caporetto e liberata alla fine di ottobre 1918 dopo la vittoria italiana sul Piave.

 Nel secondo dopo guerra è stata la sede del comando e di alcuni reparti della Brigata meccanizzata "Isonzo", posta a difesa della frontiera orientale in caso di un'ipotetica invasione del patto di Varsavia.

 

Numerose testimonianze artistiche confermano l'importanza storica della città:

 -Ipogeo celtico, ambiente ricco di fascino e di mistero scavato nel sottosuolo, diverse sono le interpretazioni sull'origine e la funzione, si ipotizza un uso per i riti funerari o come carceri romane e longobarde

 -Oratorio di Santa Maria in Valle (Tempietto Longobardo), straordinario compendio di architettura e scultura altomedievale

   

 -Duomo di Santa Maria Assunta (XV - XVI secolo), dopo il crollo del 1502 fu riedificato con gusto rinascimentale dall'architetto Pietro Lombardo da Carona; all'interno si ammira la Pala d'argento di Pellegrino II, capolavoro dell'oreficeria medioevale italiana e due tele di Palma il Giovane

   

 -Museo cristiano, attiguo al Duomo da cui vi si accede, ospita il battistero di Callisto (VIII secolo) e l'ara di Rachtis (730-740 circa), capolavori della scultura longobarda

   

 -Palazzo comunale, costruito tra il 1545 ed il 1588 su preesistente edificio del 1286, all'interno del cortile sono stati rinvenuti attraverso degli scavi i resti di una domus romana risalente al I-II secolo d.C.

 -Palazzo dei Provveditori veneti, costruito tra il 1565 ed il 1596 su progetto attribuito al Palladio, ospita il Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli che conserva, in particolar modo, reperti archeologici di età longobarda e importanti codici medioevali

 -Casa medievale, in Borgo Brossana, risalente al '300

 -Ponte del Diavolo con la suggestiva vista sul Natisone