(Madone di Mont in
friulano, Stara Gora ossia "monte antico" in Sloveno si trova nel comune di
Prepotto (UD). Sorge a 618 m a ridosso delle Alpi Giulie, a 7 km da Cividale del
Friuli.
Le sue origini si collocano nel Cristianesimo primitivo. Secondo quanto riporta
una tradizione attendibile, il luogo dove sorge il Santuario, per la sua
posizione dominante tra le vallate del Natisone e dello Judrio, era sede di una
guarnigione romana a difesa della città di Forum Iulii (oggi Cividale del
Friuli) dalle invasioni barbariche iniziate nel V secolo. Si suppone che, in un
primo momento, il luogo sacro consistesse in un piccolo sacello scavato nella
roccia e dedicato alla Madonna ed a San Michele Arcangelo. Il sito di
Castelmonte venne utilizzato dalla popolazione locale anche come rifugio in
occasione delle calate degli invasori (Unni, Goti, Longobardi, Avari e Slavi).
La località, col passare del tempo, e anche a causa della sempre maggior
devozione verso la Vergine Maria della comunità della vicina Aquileia, andò
ampliandosi sino a divenire un borgo fortificato che circondava la cappella, con
muri prospettici, scalinate e vari edifici in pietra.
Il primo documento scritto che cita la chiesa risale al 16 giugno 1175 quando la
stessa venne nominata in un documento di cessione di alcuni beni a favore del
Monastero di Santa Maria Assunta di Cividale. Documenti datati 1244 e 1247
attestano che Castelmonte era già ritenuta all'epoca una delle località più
importanti del Patriarcato di Aquileia, anche in termini di floridezza
economica. Nel 1253 il Santuario venne unito al Capitolo Collegiato di Santa
Maria Assunta di Cividale. Altri documenti ci danno notizie dei lavori
realizzati presso il borgo ed il Santuario negli anni 1296-1360 e 1410-1432. Il
Santuario nel 1469 fu distrutto da un incendio scoppiato a causa di un fulmine
che colpì il campanile; in quell'occasione bruciò anche la statua lignea della
Madonna. Il tempio fu ricostruito nel 1479 e, all'interno, fu posata una nuova
statua, in pietra, raffigurante la Madonna nera con bambino che, ancora oggi,
adorna l'altare maggiore.
Successivamente il Santuario fu semidistrutto dai terremoti che devastarono la
zona nel 1511 e 1513 e venne prontamente riedificato, abbellito ed ampliato. Nel
XVI secolo la zona del Santuario, che nel frattempo si era sviluppata in un vero
e proprio borgo, venne strutturata a cittadella fortificata con l'erezione di
possenti mura e torri. Nel 1748 il Santuario venne incorporato a tutti i
privilegi concessi alla Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma. Le usanze
feudali vennero abolite nel 1797 a seguito dell'occupazione da parte delle
truppe francesi. Nel 1913 il Santuario fu affidato in custodia ai Padri
Francescani Cappuccini.
Rimaneggiato nel XVII secolo e poi, almeno per quanto riguarda la facciata della
chiesa nel 1930, il Santuario conserva una statua della Madonna in calcare e
alcuni altari in stile barocco, opera di maestri veneziani. Numerosi sono gli ex
voto collocati nei corridoi dell'edificio che ospita il Santuario, segno di una
devozione popolare sempre alta.
Il santuario è frequentata meta di pellegrinaggi non solo per le genti friulane,
ma anche per quelle venete e per quelle della vicina Slovenia. Il flusso dei
fedeli, già dai tempi dei Longobardi e dei Franchi, era cospicuo soprattutto in
giornate particolari per devozione mariana come il giorno dell'Annunciazione (25
marzo), dell'Assunzione (15 agosto) e della Natività di Maria (8 settembre).
Particolare rilievo aveva assunto in età longobarda la devozione all'Arcangelo
Michele. È ancora tradizione, per la gente friulana, effettuare il
pellegrinaggio a piedi (e talvolta anche scalzi) partendo da Cividale e seguendo
la strada principale e le scorciatoie che portano al borgo di Castelmonte. La
strada è caratterizzata da edicole sacre costruite nel 1864 (quelle originali
erano del 1600) contenenti raffigurazioni dei 15 misteri del rosario. Ai piedi
delle edicole i pellegrini sono soliti comporre delle piccole croci utilizzando
i rami dei cespugli che crescono nelle vicinanze.
Il percorso seguito dai fedeli provenienti dalle Valli del Natisone è quello
rappresentato dal sentiero che, partendo da Cemur e passando per Picon arriva,
dopo aver superato una cappella dedicata alla Madonna, alla porta orientale del
borgo.