Pierabech
Pierabech è la località più settentrionale del Friuli-Venezia Giulia. Situata 3
km a nord del comune di Forni Avoltri (provincia di Udine), cui appartiene
amministrativamente, è molto vicina (4–5 km) sia al confine con il Veneto (a
ovest) che a quello con l'Austria (a nord). Si trova a un'altitudine di 1060 m,
nei pressi delle sorgenti del torrente Degano.
Fin dal Medioevo l'economia del luogo si è retta essenzialmente sull'attività
estrattiva di minerali (argento, rame, ferro) dai monti circostanti, soprattutto
il monte Avanza e soprattutto le cave di marmo da cui si ricavava e si ricava
tuttora una varietà di particolare pregio che, per il delicato colore
rosa-violaceo delle sue macchie, è chiamata "fior di pesco carnico" ed è
utilizzata in edilizia sia in Italia che all'estero. Una rapida accelerazione
dello sviluppo locale si ebbe a partire dal 1859, quando vi venne costruito il
complesso che compredeva il grande caseggiato per gli uffici delle miniere del
monte Avanza con camere e cameroni sottotetto, il basso edificio della cucina
con mensa annessa, le baracche per la legna e i magazzini: nel 1879 la Società
Veneta Montanistica vi impiegava ben 400 operai.
Teatro di operazioni belliche durante la prima guerra mondiale, vi si trovano
ancora trincee, fortificazioni e un piccolo cimitero militare della "Grande
guerra" restaurato nel 1995. Abbandonata al degrado dopo la chiusura delle
miniere (verificatasi, con alterne vicende, fra il 1939 e il 1943) e con la sola
cava di marmo a reggere l'economia locale, negli anni sessanta Pierabech ha
ripreso vita dopo essere divenuta sede di alcuni centri estivi per ragazzi e nel
1972 vi è stato aperto anche lo stabilimento Goccia di Carnia per
l'imbottigliamento dell'acqua minerale proveniente dalle sorgenti del rio Flèons,
che forma poi il torrente Degano.
Oggi Pierabech è il punto di partenza per numerose escursioni sia ai rifugi in
quota sia per percorsi panoramici sui monti della zona (Alpi Carniche) e rientra
inoltre nell’oasi faunistica di Bordaglia-Flèons. Istituita dalla regione Friuli
nel 1968, l'area protetta si estende su oltre 2.300 ettari di terreno, comprende
il lago Bordaglia e vanta esemplari di un po' tutte le specie alpine (dall'orso
bruno al cinghiale, alla lince, ai classici caprioli, cervi e camosci), ma è
soprattutto il rifugio ideale per animali selvatici come ermellini, marmotte,
galli cedroni, pernici bianche e aquile reali che raramente sono visibili in
altre zone alpine e che qui hanno trovato il loro habitat naturale.
Perchè Pierabech ???? Ci sono stato in colonia per ben 5 anni