Le 5 vite di Hector

5 episodi emblematici sulla vana ricerca della felicità in un arco di 10000 anni, tutti interpretati da R. Williams come cavernicolo scozzese, schiavo romano, cavaliere medievale, nobiluomo portoghese del XVI secolo, uomo d'affari negli USA di oggi.

Video estratto da 'Being Human',( Le 5 vite di Hector ) film del 1994 di Bill Forsyth diviso in cinque episodi dove il filo conduttore è Hector, il personaggio interpretato da Robin Williams. Nell'episodio ambientato in Scozia Hector intreccerà una storia d'amore con quello interpretato dalla romana Anna Galiena. Questo uno stralcio dell'articolo del 'Corriere della Sera' del 1993 con l'intervista all'attrice: "Una love story non tra le più facili, visto che il copione prevede che i due parlino due lingue diverse: inglese lui, friulano lei. "Anzi, carnico - precisa la Galiena - E per me, che da sempre divido parole e sogni in inglese, francese e italiano, questo e' stato un vero osso duro. Non e' stato facile trovare un insegnante di questa che e' una vera e propria lingua. A venirmi in aiuto e' stato un vecchio amico, Romano Martinis, fotografo friulano, che si e' preso carico di una mia full immersion ladina". "Robin e' straordinariamente simpatico. Anche fuori dal set continuava a farci ridere tutti ininterrottamente. Pero', alla fine, volendo come ET raggiungere la tanto sospirata "casa", non sono io a dire "home" ma lui a mormorare "chiasa".“

L’attrice italiana cui spettò la parte della donna che faceva innamorare lo scozzese in cerca di felicità. Doveva venire da altri mondi e Forsyth, per questo motivo, volle farla parlare in carnico anziché in inglese antico. Carnico perché Anna Galiena, conoscendo Martinis, frequentava la nostra montagna e aveva imparato a esprimersi in “cjargnel”. A quel punto anche il fotografo di Ampezzo venne arruolato nella troupe, come comparsa ( il traghettatore) e consulente linguistico per tradurre alcune frasi (per le quali si fece aiutare da Giorgio Ferigo) e addirittura inventare lì per lì una filastrocca come canto magico quale ultimo addio a un giovane guerriero morto. Il testo era più o meno così: «Bec di ciuvite, gras di bilite, dint di lof, fuc di cros, cos di fen, giava velen, velen di crot, a miegia not». La nenia attirò l’attenzione di Robin, che sul set era incontrollabile. «Inventava e improvvisava di continuo – ricorda Martinis – per divertirsi e divertire la troupe.