Buja - Il Castello medioevale

 

Dell’antico castello di Buja oggi restano alcune rovine visitabili esternamente. Sorse dove in epoca preistorica propabilmente c’era un villaggio neolitico, che venne in seguito trasformato in castelliere. I romani ne crearono un castrum con compiti difensivi. Nel 792 viene citata “Boga” all’interno di una donazione di una chiesetta da parte di Carlo Magno al Patriarca Paolino II. Venne incluso nella famosa donazione di cinque castelli dell'imperatore Ottone II al Patriarca Rodoaldo, nella dieta di Verona dell’11 giugno 983, entrando così a far perte stabilmente dei beni patriarcali.

La storia poi, per circa duecento anni non lo nomina. Nel XIII secolo, Buja appare come possesso del patriarcato di Aquileia. Lo ebbero in feudo parecchie famiglie, tra cui i Signori di Buja, di Varmo, d'Arcano (1265). Nel 1267 Adalferio V di Feltre e Belluno e Lodovico di Villalta (anche per i tre fratelli) rinunciarono per mille libbre d'oro di piccoli, alla loro parte di abitanza nel castello, alla torre, nonché ad altri possessi.

Il maniero passò poi a Costantino Crisimano Savorgnan, ma il Patriarca Raimondo della Torre ordinò (1298) di restituirglielo con tutti i diritti ottenuti. Nel 1312 il Patriarca Ottobono de' Razzi lo concesse con tutti i privilegi ed abitanza perpetua a Federico di Prampero. L’anno seguente fu conquistato, nonostante la strenua difesa, dal Conte di Gorizia. Ritornato tra i possessi patriarcali, Bertrando di San Genesio lo fece rimettere a posto (1335) perché logorato dalla vecchiaia e dagli eventi storici.

Unite Buja e Artegna alla gastaldia di Gemona nel 1340, venne ceduto nel 1341 per otto anni a Vicardo di Colloredo con l'obbligo di mantenerlo efficiente. Fu ripreso nel 1345 dai Conti di Gorizia. Trovandosi ancora in pessime condizioni il maniero fu concesso ai fratelli Alessandro, Giovanni e Giuliano del fu Bertrando Bugni, di Tolmezzo, a patto che lo mettessero in efficienza.

Nel 1366 Il Patriarca Marquardo lo riscattò per assegnarlo nel 1370 a Federico Savorgnan. Anche allora il castello figurava tra i principali della Patria del Friuli e dal 1375 al 1380 fu dato in pegno a Francesco Savorgnan per 1589 ducati con l'obbligo di rinforzare tra l'altro la torre. Ma poco dopo lo ebbe Michel di Rabatta, Generale del Goriziano ed in seguito ritornò ai Savorgnan per essere ancora unito ad Artegna, nel 1392. Il patriarca cedette poi il castello di Buja per la torre di Galvano a San Daniele.

Nel 1413 l'occupò l'imperatore Sigismondo assieme al castello di Osoppo. Fu poi ceduto a Gemona e nel 1418 agli Arcoloniani, ma il maniero appariva in pessimo stato. Nel 1420, con l’avvento della Repubblica di Venezia, lo ottennero i Savorgnan che lo mantennero fino al 1797. Fu lesionato dal terremoto del 1511 ed avendo persa la sua funzione militare, andò progressivamente in rovina. L'edifico aveva una pianta poligonale con la torre mastio, la torre porta con ponte levatoio, la domus residenziale e la chiesetta di San Rocco demolita nel 1908.